Cambiare il fornitore dell’energia elettrica può suscitare diverse perplessità. Ecco i perché di una scelta più semplice di quel che sembra.
Fornitori energia elettrica: chi sono e di cosa si occupano?
Anello di congiunzione tra la rete di distribuzione dell’energia elettrica e l’utente, i fornitori dell’energia elettrica costituiscono l’ultimo passaggio che l’energia compie nel percorso dalla produzione all’utilizzo presso le abitazioni, gli uffici e le imprese. Anche definite società di vendita, i fornitori sono una componente sensibile della rete di distribuzione dell’energia elettrica. La scelta del fornitore è in grado di incidere considerevolmente sul peso della quota energetica nel bilancio del consumatore. È opportuno sapere che quindi il fornitore si occupa della vendita dell’energia nel mercato al dettaglio, quello che ha come cliente il privato.
Il prezzo praticato da parte del fornitore è quindi sensibile al tipo di approvvigionamento dell’energia elettrica operato da parte della società. Il fornitore infatti può avere due canali principali di acquisto della materia energetica: la borsa energetica e l’acquisto diretto. Nel primo caso, il prezzo della materia energetica all’ingrosso è suscettibile di variazioni dovute al panorama economico corrente. Nel secondo caso, l’acquisto diretto dai produttori di energia può essere un buon modo per attingere a fonti rinnovabili per praticare sconti sulla vendita.
Cambiare fornitore energia elettrica, come si fa?
È normale avere dubbi in merito al come cambiare fornitore luce, spesso le procedure non sono chiare e le indicazioni a riguardo possono rivelarsi frammentarie. Ecco che il cambio gestore luce diviene una di quelle incombenze destinate ad essere rimandate finché il peso delle tariffe in bolletta non diviene totalmente insopportabile. Eppure, sia nel caso di voltura luce, in quello di subentro luce o lo switch del fornitore può essere molto più semplice di quanto si pensi. Documentarsi in merito alle politiche di approvvigionamento dell’energia da parte del nuovo gestore può essere un criterio valido nella scelta delle offerte luce, ciò potrebbe andare ad incidere considerevolmente sulle tariffe praticate in bolletta. Può essere sufficiente anche una semplice telefonata o un contatto tramite il portale web per avviare la procedura di un nuovo contratto luce. La procedura non comporta alcuna variazione tecnica nell’impianto pertanto non è collegata ad una nuova installazione del contatore. Prima di contattare il nuovo fornitore, è consigliabile premunirsi di:
- bolletta luce, qui sarà possibile estrapolare il codice pod necessario per la variazione;
- documento e codice fiscale dell’intestatario dell’utenza;
- codice IBAN per l’eventuale domiciliazione bancaria.
Cambio fornitore luce, quanto costa e quanto tempo richiede?
Il cambiamento del fornitore è un processo scandito da tempi tecnici regolati puntualmente dalle leggi in materia di tutela dei diritti del consumatore. Per i più, l’attesa potrebbe essere sinonimo di inefficienza nello svolgimento delle procedure di passaggio dal vecchio al nuovo gestore. Il rispetto dei tempi tecnici invece garantisce al cliente tutto il tempo necessario per un eventuale ripensamento e per la consequenziale cancellazione del contratto di nuova fornitura dell’energia elettrica. Legalmente il tempo tecnico di “preavviso” è la finestra temporale durante la quale è consentito svolgere il diritto di recesso. Questo può avvenire a partire dal primo giorno del mese successivo alla sottoscrizione del contratto fino alla ricezione della comunicazione scritta di sottoscrizione del nuovo contratto da parte del vecchio gestore.
Tradotta in termini di tempo in senso stretto, la procedura ha una diversa durata a seconda della tipologia di cliente. La transizione per l’utenza domestica necessita di un mese a partire dal primo giorno del mese successivo alla comunicazione scritta al vecchio fornitore. Per utenze di tipo professionale la tempistica può variare da un mese per il servizio di maggior tutela fino ad un massimo di tre mesi per il libero mercato. Il cambio del fornitore di energia elettrica è gratuito se si passa al mercato libero ma si potrebbe ricevere un addebito dei costi di bollo del nuovo contratto per il mercato a maggior tutela.
Fine del mercato tutelato, i vantaggi del mercato libero
Il 2023 segnerà il termine ultimo per la transizione della clientela dal servizio di maggior tutela al mercato Libero. La differenza sostanziale sta nel prezzo della materia prima. il costo nel mercato a maggior tutela cambia ogni tre mesi ed è stabilito dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA). Nel libero mercato è invece il fornitore a decidere il prezzo e risponde alle sole leggi del mercato. La nuova formula offre diverse opportunità di risparmio. Il fornitore infatti garantisce in genere un prezzo fisso a differenza di quanto succede per il mercato a tutela. Alla maggiore semplicità di stipula del contratto, senza vincoli in merito al fornitore del servizio, si aggiunge la possibilità di bloccare il prezzo dell’energia elettrica per almeno un anno. Ulteriori occasioni di risparmio derivano dall’impiego di tariffe monorarie e biorarie. Grazie all’utilizzo di contatori di ultima generazione, la possibilità di gestire una tariffa che si adatta al proprio uso dell’energia elettrica può essere un valore aggiunto a tutto vantaggio della nuova soluzione di mercato. La possibilità di avere lo stesso fornitore sia per la luce sia per il gas consente inoltre un ulteriore incentivo in termini di agevolazioni e semplificazione.
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