Una soluzione conveniente ed ecologica per la produzione dell’energia elettrica è rappresentata dagli impianti fotovoltaici. Sono molti coloro che sono interessati alla loro installazione, ma, tra le varie domande che si pongono, si chiedono come si smaltiscono i pannelli fotovoltaici e dopo quanto tempo. Sono aspetti che verranno sviluppati in modo più approfondito nei prossimi paragrafi. Va intanto premesso che i sistemi fotovoltaici sono capaci di convertire la luce del sole – fonte rinnovabile – in energia elettrica. Consentono, dunque, di ridurre l’acquisto di energia evitando possibili aumenti delle tariffe energetiche e aumentare la potenza disponibile, quando l’impianto è in funzione.
In base alla regolamentazione del GS (Gestore dei Servizi Energetici), è possibile immettere in rete l’energia elettrica prodotta e non auto-consumata e ricevere una remunerazione, secondo modalità e termini del gestore di riferimento. Tutto è più semplice se l’operatore si occupa anche dell’installazione e della manutenzione degli impianti fotovoltaici. Oltre a domandarsi come si smaltiscono i pannelli fotovoltaici, andrebbe considerato che un sistema fotovoltaico contribuisce all’aumento della classe energetica dell’abitazione, aumentandone il valore.
Quando i pannelli fotovoltaici vengono dismessi e come riciclarli?
L’utilizzo dei pannelli fotovoltaici continua a crescere in Italia sia per quanto riguarda la sfera domestica sia per quello che concerne l’ambito industriale. Ma, in parallelo, aumenta la quantità dei pannelli dismessi e quindi non andrebbe sottovalutato un punto importante, ovvero come si smaltiscono i pannelli fotovoltaici. Si tratta di una importante sfida da affrontare nell’ottica dell’economia circolare: una volta concluso il loro servizio, i pannelli possono riprendere il loro percorso attraverso il riciclo.
Rientrando nella categoria dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), anche i pannelli fotovoltaici vanno portati presso centri di trattamento autorizzati. Lì vengono messi in sicurezza procedendo dapprima all’eliminazione delle eventuali sostanze pericolose presenti al loro interno (tellururo di cadmio, germanio, gallio…) e poi smontati per differenziare le loro diverse componenti (soprattutto vetro, materie plastiche e alluminio).
Questi sistemi, una volta dismessi, possono rappresentare una risorsa purché lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici avvenga secondo le corrette procedure e modalità, regolamentate dalla legge, presso i centri di trattamento autorizzati. La capacità di produrre energia da parte di un modulo fotovoltaico tende a diminuire in modo naturale nel tempo. Di solito la durata media di un pannello fotovoltaico si aggira intorno ai 25-30 anni, ma in caso di guasti o danneggiamenti potrebbe essere inferiore.
Quanto inquina smaltire un pannello fotovoltaico?
Nel periodo di fine vita, se i pannelli fotovoltaici vengono smaltiti nelle discariche o avviati all’incenerimento rischiano di rilasciare di sostanze altamente inquinanti nel terreno, nelle falde acquifere o in atmosfera. Ecco perché è importante che la dismissione di questi dispositivi avvenga in luoghi e maniere idonei, tenendo presente il costo dello smaltimento dei pannelli fotovoltaici a livello ambientale. Si tratta di un passaggio che va gestito da personale qualificato attraverso opportune tecnologie di smaltimento e riciclaggio.
Per quanto riguarda le potenziali criticità sul fronte dell’inquinamento, andrebbe considerato che lo smaltimento dei pannelli solari non correttamente riciclati o smaltiti a fine vita potrebbe implicare circa 2 miliardi di euro per il piombo e 14 milioni di euro per il cadmio. È quanto rivelano alcune stime effettuate rispetto al danno ambientale provocato da lisciviazione di piombo che, a sua volta, deriva dai pannelli al silicio cristallino e di cadmio dai pannelli al tellururo di cadmio in vista del 2050. L’anno considerato rappresenta il periodo entro cui, verosimilmente, si sarà verificato un incremento drammatico dei rifiuti provenienti dal fotovoltaico.
Chi paga lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici?
La normativa stabilisce che il costo e la responsabilità dello smaltimento dei pannelli fotovoltaici e l’inquinamento ricadono sui loro produttori. I proprietari di pannelli solari da sostituire possono semplicemente rivolgersi alla ditta che si è occupata dell’installazione, che si farà carico dello smaltimento senza che ciò comporti spese per l’acquirente. I pannelli fotovoltaici sono stati inseriti, a partire da un decreto legislativo del 2014, tra i RAEE di tipo R4. Prima di questo provvedimento, venivano conferiti in discarica, dopo aver differenziato esclusivamente la componente di alluminio (circa al 10% del loro peso), con grande spreco di materie prime e con pericoli elevati per l’ambiente.
Una volta compresi durata e smaltimento dei pannelli fotovoltaici, resta da capire chi debba pagare dopo il loro fine vita. Per gli impianti installati prima del 12 aprile 2014, il costo dello smaltimento ricade sul proprietario. Per quelli installati dopo il 12 aprile 2014, invece, il costo dello smaltimento è a carico del produttore, quindi per il proprietario non ci sarà alcuna spesa, ma solo il compito di conferire il rifiuto R4 presso un centro specializzato e autorizzato.
Riguardo al trasporto di pannelli fotovoltaici o solari, questi ultimi devono essere imballati accuratamente per evitare inconvenienti. Vanno dunque avvolti in abbondante pluriball o altro materiale protettivo. Angoli e spigoli dei pannelli possono essere coperti da polistirolo o altro rivestimento analogo. I pannelli andrebbero poi posizionati sopra un pallet assicurandosi che non fuoriescano dal perimetro del bancale e fissati a esso con cellophane e cinghie.
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