I rincari delle bollette per il dispacciamento dell’energia elettrica
Il dispacciamento dell’energia elettrica è stato in queste settimane al centro dell’attenzione mediatica. Si sono espresse diverse associazioni per denunciare i rincari eccessivi del mese di luglio 2016. Questi rincari sono legati prevalentemente proprio al dispacciamento dell’energia.
I fornitori di energia sono stati tirati in ballo come possibili responsabili degli incrementi di costo fatti registrare in questi mesi per i servizi di dispacciamento. Visto che i fornitori di energia svolgono un ruolo marginale in questo tipo di servizi, è indispensabile fare chiarezza sulla vicenda e rilevare cosa effettivamente non ha funzionato, come recita un comunicato dell’associazione AIGET.
Ma cosa sono i servizi di dispacciamento? In sostanza, in Italia c’è un soggetto che è responsabile dell’equilibrio della rete elettrica e garantisce che in ogni momento la domanda e l’offerta di energia corrispondano. Questo soggetto è Terna.
Terna gestisce un mercato che si chiama MSD (Mercato dei Servizi di Dispacciamento) che serve per fare correzioni dell’ultim’ora sui programmi di produzione delle diverse centrali energetiche italiane. Le centrali elettriche, infatti, programmano la loro produzione in anticipo, per semplicità possiamo dire un giorno prima, tant’è vero che il mercato su cui si scambia l’energia programmata si chiama MGP (Mercato del Giorno Prima). Quando l’energia programmata e l’energia di cui abbiamo effettivamente bisogno non coincidono, allora Terna deve intervenire richiedendo alle centrali di produzioni di produrre più o meno energia in tempo reale. Questo è quello che accade nell’MSD. Per cui abbiamo 2 mercati, in cui si scambia sempre energia, che però sono uno relativo all’energia che si prevede sia necessaria (MGP) ed uno relativo all’energia che occorre per sistemare eventuali deficit dell’ultim’ora (MSD). Tutti i costi che Terna deve sostenere per fare gli aggiustamenti vanno a finire in bolletta, nei costi di “dispacciamento” tramite un meccanismo che si chiama uplift.
Come mostra il grafico, a partire da giugno 2015 e fino a dicembre 2015 i prezzi dell’energia sono andati su e giù (+ o – 20%) muovendosi tutti allo stesso modo: sia il prezzo unico nazionale (PUN) che è il prezzo che si forma su MGP, sia i prezzi al NORD e al SUD che si formano su MSD. A partire da gennaio 2016 lo scenario è mutato con decisione. I prezzi del giorno prima sono calati del 30% (PUN), i prezzi al nord per i servizi di dispacciamento mostrano un lieve calo mentre i prezzi al sud per i servizi di dispacciamento sono esplosi.
I fornitori di energia non influenzano i prezzi dell’MSD, li osservano soltanto. Svolgono quella funzione che si chiama “arbitraggio”: se osservano che su 2 mercati l’energia ha prezzi diversi l’acquistano sul mercato dove costa meno e la rivendono dove costa di più. Gli arbitraggi esistono in tutti i mercati ed hanno un ruolo positivo in quanto servono a far rientrare il differenziale di prezzo o a segnalare anomalie.
Perché di recente il dispacciamento energia elettrica ha fatto registrare incrementi notevoli?
Occorrere andare alla base delle regole con cui Terna compera energia sul mercato del tempo reale pagandola anche 600 €/MWh in alcune ore (dunque 20 volte in più rispetto al prezzo del giorno prima). La formazione dei prezzi su MSD è un discorso che non riguarda i fornitori, attiene al rapporto tra Terna e produttori. I fornitori o grossisti sono cosidetti “price taker”, possono solo osservare i prezzi dell’MSD. Il mercato MSD dovrebbe servire per aggiustamenti delle quantità e non dovrebbe consentire una sistematica offerta di energia a prezzi molto elevati.
Negli ultimi anni, il sistema elettrico è diventato molto complesso: sono entrate in funzione le fonti di produzione rinnovabile che sono poco prevedibili e richiedono più lavoro per equilibrare la rete. Probabilmente questo picco di costi fa emergere che è arrivato il momento di rinnovare la modalità di funzionamento del dispacciamento dell’energia elettrica.
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