Uno dei principali problemi nelle città di tutto il mondo è l’inquinamento dell’aria, che ha un impatto negativo:
– sull’ambiente
– sulla salute umana
– sulla qualità della vita urbana in generale.
Sempre più, dunque, in ambito nazionale e locale enti e amministrazioni stanno promuovendo l’uso della micromobilità elettrica per gli spostamenti brevi all’interno delle città , da integrarecon le proposte del trasporto pubblico attualmente attive.
La micromobilità elettrica sta guadagnando popolarità nelle città principalmente per
– i benefici ambientali
– i vantaggi economicicome la riduzione dei costi dovuta al minor consumo di energia dei veicoli elettrici (basti pensare, per esempio, al consumo del monopattino elettrico).
Tuttavia, questa tendenza porta con sé nuove sfide, tra cui
– la necessità di regolamentare l’uso degli spazi urbani
– la sicurezza stradale.
Cosa si intende per Micromobilità elettrica?
Con l’espressione micromobilità elettrica si fa riferimento a modelli di mobilità urbani basato su mezzi elettrici di piccole dimensioni e tendenzialmente leggeri, a bordo dei quali i cittadini possono percorrere brevi tratte, come anticipato, in maniera agile e snella e senza inquinare o sovraccaricare il traffico. Prima di vedere alcuni risvolti delle ultime novità relative alla micromobilità elettrica e normativeintrodotte da poco,va sottolineato che si tratta di opportunità di spostamento non contrapposte alle forme di mobilità classica, ma complementari rispetto alle altre soluzioni della cosiddetta mobilità sostenibile:
– i trasporti collettivi come i bus e le metropolitane o i treni
– le auto ibride
– le e-car.
La micromobilità elettrica:
– consente di evitare di produrre emissioni dirette di gas serra mentre ci si sposta
– allo stesso tempo, permette di contenere l’impronta di carbonio connessa alla circolazione degli individui.
– La sua ricaduta sull’ecosistema è molto bassa o pressoché nulla.
Quali mezzi sono inclusi?
Attualmente nell’ambito della micromobilità elettrica rientrano i mezzi di trasporto elettrici o semi-elettrici che possono essere usati per spostamenti di breve e lunga percorrenza:
- monopattini elettrici
- bici elettriche con pedalata assistita
- hoverboard
- segway.
In base alla micromobilità elettrica e alle normative vigenti occorrono requisiti tecnici per i mezzi che fanno parte di questo novero come:
– la marcatura CE secondo quando previsto dalla direttiva n. 2006/42/CE;
– l’assenza di posti a sedere;
– la presenza di un segnalatore acustico;
– la presenza di sistemi di illuminazione idonei;
– la presenza di dispositivi di regolazione della velocità per rispettare i limiti previsti dal Codice della Strada (lo vedremo meglio nel prossimo paragrafo);
– il limite della potenza massima del motore fissato a 0,50 kW (500 watt);
– l’obbligo di avere 14 anni d’età per mettersi alla guida.
Cosa prevede il Codice della Strada per i monopattini elettrici?
I mezzi più utilizzati nel campo della micromobilità elettrica sono i monopattini elettrici, ideali sia per privati sia per dipendenti aziendali:
– sono semplici da usare
– facilitano gli spostamenti anche in zone trafficate (ovviamente se ci si deve spostare per poche centinaia di metri o una manciata di chilometri)
– Consumano poco.
Di recente, a parte i requisiti tecnici riportati in precedenza, sono state introdotte alcune novità nella micromobilità elettrica e normative inerenti.Dal 19 settembre 2023, infatti, sono entrate in vigore le nuove regole del Codice della Strada per i monopattini elettrici. Ecco le principali:
- obbligo di targa e assicurazione
- obbligo del casco per tutti i conducenti, a prescindere dall’età minore o maggiore
- limiti di velocità da rispettare (20 km/h su strade urbane e a 25 km/h su strade extraurbane)
- divieto di circolazione sui marciapiedi
- divieto di trainare o farsi trainare da altri veicoli
- divieto di trasportare altri passeggeri.
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