È stato il DPR 74 del 16 aprile 2013 a definire le modalità e i termini relativi alla revisione obbligatoria della caldaia e il Decreto ha stabilito le tempistiche e le sanzioni previste in caso di mancata revisione. La revisione è fondamentale, in primis per evitare malfunzionamenti, che potrebbero portare a un inutile spreco di energia. Ma un accurato controllo della caldaia scongiurerà anche possibili incidenti (dai principi di incendio alle esplosioni) in grado di arrecare danni a terzi. La pulizia della caldaia rende più efficiente l’impianto; in che modo? Riduce i costi, minimizza l’emissione di sostanze inquinanti, permette di risparmiare sulla bolletta e, riducendo il rischio di guasti, evita ulteriori interventi straordinari.
I controlli previsti dalla revisione della caldaia obbligatoria
In cosa consiste la revisione? La parte più importante è sicuramente rappresentata dalla cosiddetta “prova dei fumi“, effettuata dal tecnico incaricato terminata la pulizia generale della caldaia. In cosa consiste tale prova? In un test volto a verificare il tiraggio della caldaia, ma anche le tarature, i valori di CO e CO2 e la temperatura dei fumi di combustione. È la rilevazione di questi valori a determinare il grado di efficienza della caldaia. Allo stesso tempo, dalla prova dei fumi si evince il livello di sicurezza dell’impianto, e la sua capacità nel ridurre i consumi.
La manutenzione della caldaia, invece, prevede la pulizia delle diverse parti dell’impianto, bruciatore e scambiatore di regolazione, verificandone la corretta operatività, e può portare anche alla sostituzione di eventuali componenti danneggiate o usurate (come guarnizioni o valvole).
La revisione della caldaia ogni quanto deve essere effettuata?
Prima di rispondere a questa domanda è opportuno ricordare come l’obbligo di effettuare la revisione della caldaia ricada sul proprietario dell’immobile. Nel caso in cui l’abitazione sia stata concessa in locazione sarà l’inquilino a doversene occupare. In merito alle scadenze dei controlli, le tempistiche, come indicato nel DPR all’articolo 7 comma 1, sono contenute all’interno delle istruzioni tecniche per l’uso e la manutenzione rese disponibili dall’impresa installatrice dell’impianto ai sensi della normativa vigente. Qualora non fossero presenti, si precisa nel comma 2, valgono le prescrizioni e periodicità contenute nelle istruzioni tecniche relative allo specifico modello elaborate dal fabbricante.
Il costo della revisione della caldaia
Quali sono i costi che il proprietario è costretto a sostenere per una manutenzione regolare della caldaia? Pur potendo variare a seconda dell’operatore scelto, in generale la revisione comporta una spesa compresa tra i 150 e i 200 euro. Di tale somma, la parte più rilevante (circa 100 euro) è riservata all’apposizione del bollino blu. Si tratta, comunque, di indicazioni generali, destinate a variare in base al tipo di impianto e alla potenza dello stesso. Qualora del controllo emergano guasti tali da rendere necessario procedere alla riparazione o alla sostituzione di determinati pezzi, la spesa sarà destinata ad aumentare.
Bollino blu
Conclusa la revisione, sarà il tecnico abilitato ad apporre il bollino blu caldaia sull’impianto. Questo adesivo certifica il buon funzionamento della caldaia, confermandone l’efficienza energetica e testimoniando l’assenza di problemi a livello di fumi di scarico. Il bollino blu viene assegnato solo agli apparecchi a norma. Il tecnico sarà anche tenuto ad annotare ciascuna delle operazioni effettuate nel corso dell’intervento sul libretto della caldaia.
Mancata revisione della caldaia: sono previste sanzioni?
I dati anagrafici dei proprietari delle caldaie, e delle stesse caldaie, sono riportati all’interno dell’apposito registro regionale degli impianti termici. Da tale registro è possibile verificare anche la cadenza periodica dei controlli cui è necessario sottoporre ciascun impianto. Una persona che non adempia all’obbligo di revisione può essere soggetta a multe, con sanzioni di carattere amministrativo tra i 500 e i 3.000 euro. Oltre alle sanzioni si dovranno sostenere le spese per la revisione saltata (l’importo è sempre commisurato alla potenza della caldaia, tenendo conto anche della tipologia). Altre multe (dai 500 ai 600 euro) sono previste per i proprietari (o conduttori) che abbiano smarrito il libretto della caldaia. Come avvengono i controlli? Sono eseguiti a campione su quei proprietari che non hanno provveduto alla registrazione della revisione (quindi non dispongono del bollino blu); risalirvi è facile, in quanto l’impianto non risulterà aggiornato all’interno del registro regionale. Chi desidera rinunciare a una caldaia sarà tenuto a comunicare le proprie intenzioni al termo caldaista, che provvederà a sigillare l’impianto.
Consigli per risparmiare sull’utilizzo della caldaia
Per non rendere eccessivamente oneroso l’impiego di una caldaia è utile nel regolare la temperatura sui 19/20° C. Aumentare di un solo grado si riflette in una crescita dei consumi pari al 7%; un buon incentivo per limitare la temperatura e, magari, indossare qualcosa in più. Di notte è preferibile evitare di accendere il riscaldamento o, al massimo, regolare la temperatura sui 16° C. Un’altra buona idea è dotare i radiatori di apposite valvole termostatiche. Questi dispositivi permettono di ripartire il calore nei diversi ambienti di un’abitazione, escludendo in modo automatico il termosifone quando una determinata stanza avrà raggiunto la temperatura desiderata (e preimpostata). Altrettanto utili sono i cronotermostati, da utilizzare per gestire con la massima efficienza sia gli orari di accensione che le temperature lungo l’intera giornata. Verificare che i radiatori non siano “ostacolati” dalla presenza di mobiletti da incasso, o di semplici copritermosifoni.
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